A spingere verso una nuova riforma della normativa sarebbero i dati poco incoraggianti sull'andamento del contratto di apprendistato di primo livello per il conseguimento della qualifica o del diploma, che nel biennio 2012-2013 ha interessato 2.116 lavoratori, e dell'apprendistato di terzo livello per l’alta formazione e la ricerca, che nel 2011 riguardava appena 200 giovani.

Il ministro Giuliano Poletti starebbe quindi lavorando a un pacchetto di proposte da approvare nell'ambito dei decreti attuativi del Jobs act, attesi per la fine del mese di febbraio. Tra le ipotesi, l'estensione dell'azzeramento della contribuzione per i primi tre anni alle imprese che hanno più di nove addetti, che metterebbe il regime in concorrenza con gli sgravi previsti dalla legge di Stabilità per le assunzioni con contratto di lavoro a tutele crescenti.

Inoltre, il Ministero starebbe valutando la possibilità di cancellare la quota di stabilizzazione obbligatoria del 20% per l'assunzione di nuovi apprendisti nelle aziende con più di 50 dipendenti e di applicare anche all'apprendistato il regime a tutele crescenti per i licenziamenti durante il periodo formativo.

Infine, allo studio ci sarebbe l'introduzione, per l'apprendistato di primo e di terzo livello, di un 'protocollo formativo', un accordo tra impresa e istituzione formativa presso cui lo studente è iscritto, che esonererebbe l'azienda dalla retribuzione delle ore di formazione.

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