Chat with us, powered by LiveChatTempi certi per la riforma degli appalti pubblici - FASI
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Tempi certi per la riforma degli appalti pubblici

|Novità
23 gennaio 2012

audiovisual service ECIl 2012 potrebbe essere l'anno della svolta per gli appalti pubblici sia a livello italiano che europeo. La Commissione ha messo in cantiere la revisione delle direttive in vigore sul Public procurement (2004/17 e 18). Contemporaneamente si lavora anche sul fronte italiano, su cui grava la piaga delle tangenti e della criminalità organizzata e l'eccessiva burocrazia.

Un decreto per semplificare la materia
E' in arrivo un decreto a cui stanno lavorando il ministro per la Pubblica amministrazione Patroni Griffi e quello per lo Sviluppo economico Corrado Passera, con delle misure di semplificazione da affiancare al pacchetto liberalizzazioni. La novità più importante riguarda il varo della banca dati nazionale, già prevista dal decreto 70/2011, rimasta però al palo. Una volta attiva, questa banca solleverà le aziende che operano nel settore dell'edilizia e delle infrastrutture dall'obbligo di dover ripresentare ogni volta la documentazione relativa ai requisiti tecnici per la partecipazione alle gare. Centralizzando il controllo dei requisiti, la banca dati aiuterebbe a superare l'attuale sistema dei controlli a carico delle PA, farraginoso e costoso: i tempi di verifica, infatti, hanno tempi lunghi che possono raggiungere anche i 90 giorni. Inoltre, verrebbe attenuato il sistema delle false dichiarazioni in sede di gara.

L'importanza di una banca dati nazionale
A richiedere il taglio dei costi amministrativi attraverso la banca dati è la stessa Autorità per i contratti pubblici in una segnalazione al governo e al parlamento italiano del 12 gennaio 2012.
Oltre a chiedere di essere investita di maggiori poteri sanzionatori, l'Authority propone di istituire anche uno sportello unico di rilevazione delle stazioni appaltanti per monitorare ogni intervento dall'inizio alla sua conclusione.

Una recente indagine sugli oneri legati agli appalti condotta dal Dipartimento per l'Innovazione, in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con l'Autorità rivela che i costi per le PMI ammontano complessivamente a 1.213.918.673 di euro.

Le imprese lamentano l'onere legato all'infinita documentazione da presentare (moduli, comunicazioni da effettuare, relazioni, controlli, valutazioni, costi per etichettature, per archiviazione delle informazioni e per il supporto alle amministrazioni in sede di verifiche e controlli).
Le PMI italiane partecipano in media a 27 gare l'anno e, nella maggior parte dei casi, devono ripresentare ogni volta la stessa documentazione relativa all'attestazione dei requisiti. L'Autorità propone a Governo e Parlamento un complessivo ripensamento del sistema della raccolta dei documenti a dimostrazione dei requisiti, imperniandolo sull'utilizzo della banca dati nazionale.

Una riforma necessaria
Ogni anno, a livello europeo, i costi a carico delle le PA e delle imprese per l'approvvigionamento di beni, servizi e lavori ammontano a €5.26 miliardi di euro.
In un periodo di "magra" come quello che tutti gli stati membri stanno attraversando, la politica degli appalti pubblici deve poter assicurare un impiego ottimale dei fondi.

Una riforma europea del Public Procurement
La proposta di due nuove direttive in sostituzione di quelle vigenti avanzata dalla Commissione europea mira a dotare tanto le PA, quanto i loro fornitori, di strumenti flessibili, che permettano di concludere contratti trasparenti e competitivi.
Nel pacchetto è compresa anche una proposta di una nuova direttiva sulle concessioni di lavori e di servizi, finora disciplinate solo parzialmente a livello europeo.
La tempistica di attuazione non è immediata, ma almeno è certo: le proposte della Commissione sono state trasmesse al Consiglio e al Parlamento europeo per avviare l'iter legislativo. L'adozione è prevista entro la fine del 2012.
La riforma della normativa sugli appalti pubblici rientra tra le dodici priorità sancite dall'Atto per il mercato unico, adottato nell'aprile 2011 (IP/11/469).

Tra le principali novità c'è un maggiore ricorso all'e-procurement per conseguire un dimezzamento dei costi annui e la drastica riduzione degli oneri amministrativi, tra cui la famigerata documentazione richiesta agli operatori.

L'accesso agli appalti pubblici delle PMI sarà agevolato anche da un forte incentivo alla divisione in lotti e alla limitazione dei requisiti di capacità finanziaria richiesti per presentare un'offerta. In un primo momento le stazioni appaltanti potranno accettare le autocertificazioni e solo il vincitore della gara sarà tenuto a fornire i documenti originali, con una previsione di risparmio pari a circa 160 milioni di euro l'anno. I certificati forniti alla stessa amministrazione in occasione di gare precedenti non saranno nuovamente richiesti.

La riforma comprende anche il miglioramento delle garanzie esistenti per contrastare i conflitti di interesse, le frodi e la corruzione e obbliga gli stati membri che non l'abbiano ancora fatto a istituire un'autorità nazionale unica incaricata della vigilanza, in particolare degli appalti al ribasso, cui spesso si accompagna la violazione dei diritti dei lavoratori o delle norme ambientali.

Una direttiva dedicata alle concessioni di servizi
La Commissione europea ha proposto una direttiva sulle concessioni di servizi d'interesse economico generale (energia, salute, approvvigionamento e trattamento idrico ed eliminazione dei rifiuti), che mira a garantire l'accesso effettivo al mercato delle concessioni a tutte le imprese europee, comprese le PMI e a incentivare lo sviluppo di partenariati pubblici-privati di cui le concessioni costituiscono uno strumento privilegiato.

Un ambito cruciale, se si pensa che il 50% dei servizi di gestione dei rifiuti nell'UE è gestito tramite concessioni.
La Commissione vuole introdurre l'obbligo di gara e di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE dei bandi di affidamento dei contratti di concessione in caso il loro valore superi i 5 milioni di euro. Oggi l'assenza di un chiaro obbligo di pubblicità per le concessioni di servizio in Europa impedisce l'accesso transnazionale da parte delle PMI alle opportunità del mercato unico.

Links

Proposal for a directive on procurement by entities operating in the water, energy, transport and postal services sectors, replacing Directive 2004/17  

Proposal for a directive on public procurement, replacing Directive 2004/18

New proposal for the directive on concessions  

AVCP: Atto di segnalazione al Governo e al Parlamento del 12/01/2012

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