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Fondi europei: Bruxelles, progressi nei programmi operativi italiani

|Novità
10 luglio 2014

Commissione europea - foto di ZinnekeI rapporti annuali sull'attuazione della politica di coesione 2007-2013 in Italia, fa sapere in una nota la Commissione europea, segnalano “un significativo miglioramento nell'avanzamento della programmazione” dei fondi strutturali europei e “il conseguimento di notevoli risultati”.

Il giudizio definitivo di Bruxelles sui 27 rapporti annuali presentati dall'Italia arriverà solo a fine mese, quando la Commissione deciderà se approvarli nella versione attuale o se chiedere alle autorità nazionali di apportare delle modifiche. Intanto, però, l'Esecutivo Ue ha dichiarato ammissibili tutti i rapporti dell'Italia sui programmi operativi nazionali e regionali, evidenziando che i progetti selezionati per l'attuazione dei POR e dei PON rappresentano il 100% delle risorse finanziarie a disposizione dell'Italia.

Le risorse assegnate al nostro Paese per il settennato 2007-2013 a valere sul Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) ammontano a circa 21 miliardi di euro, mentre al Fondo sociale europeo (FSE) si devono circa 7 miliardi di euro.

In particolare, la Commissione osserva che al 31 dicembre 2013, i progetti cofinanziati dall'Ue hanno permesso di:

  • creare 58.564 posti di lavoro;
  • ridurre di 3.098 Kilo-tonnellate la quantità di CO2 immessa nell'atmosfera;
  • garantire l'accesso alla banda larga a 1.311.028 persone;
  • realizzare 5.494 progetti di ricerca e sviluppo;
  • sostenere 34.828 progetti di investimento in PMI;
  • avviare 3.112 start-up;
  • effettuare 2.390 progetti di energia rinnovabile;
  • riqualificare 195 Kmq di territorio;
  • realizzare 670 progetti di prevenzione di rischi naturali;
  • offrire nuove tecnologie per il miglioramento della didattica a 4.083.810 studenti.

L'auspicio della Commissione europea, si legge in conclusione della nota, è "che siano accelerate ulteriormente le procedure di attuazione dei progetti affinché i cittadini e le imprese possano beneficiare pienamente degli interventi dell'Unione europea in Italia". Il rischio di perdere fondi Ue, infatti, non è ancora superato: a maggio la spesa certificata di 13 dei 52 programmi operativi italiani risultava al di sotto del valore minimo previsto.

Commenti

A segnalare che “la partita sui fondi resta ancora aperta e lunga" è il vicepresidente della commissione per le Politiche regionali del Parlamento europeo Andrea Cozzolino, secondo cui "dalla Commissione è arrivato un segnale incoraggiante”, ma “abbiamo ancora un grande lavoro da fare per recuperare risorse che altrimenti rischieremmo di restituire all'Europa” e per “non pregiudicare la programmazione 2014-2020".

Cozzolino interviene poi sulla proposta dell'economista Tito Boeri, autore nei giorni scorsi di un intervento critico rispetto all'utilità dei fondi europei. Oltre al peso di quella che lui chiama l'euroburocrazia, Boeri contesta il fatto che, nonostante siano soprattutto le Regioni a beneficiare dei fondi strutturali e di investimento europei, i cofinanziamenti vengano soprattutto dallo Stato, deresponsabilizzando le amministrazioni pubbliche destinatarie delle risorse. Inoltre, l'economista sottolinea la mancanza in Italia di una “cultura della valutazione”, senza la quale non è possibile verificare l'efficacia della spesa dei fondi pubblici.

A fronte di questi problemi, secondo Boeri, sarebbe “meglio rinunciare ai fondi, tagliando nella stessa misura i nostri contributi al bilancio della Ue”, mentre Cozzolino boccia la proposta come l'inizio di “una discussione inconcludente” e sottolinea che “ormai abbiamo talmente poche risorse che tagliare anche quelle che vengono dall'Europa potrebbe voler dire azzerare ogni fondo disponibile per fare investimenti".

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