Chat with us, powered by LiveChatMalosse - CESE: intervista su energia, direttiva pagamenti e libere professioni - FASI
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Malosse - CESE: intervista su energia, direttiva pagamenti e libere professioni

|Novità
30 luglio 2014

Riforma del settore energetico, piena implementazione della direttiva sui pagamenti alle imprese, maggiore rispetto degli standard di qualità per le libere professioni nel mercato unico. Sono questi i temi al centro di un’intervista di Henri Malosse, presidente del CESE - Comitato Economico e Sociale Europeo - con FASI.biz.

Malosse, cosa si aspetta dalla presidenza italiana?
La presidenza italiana arriva al momento giusto. L’Italia è uno dei paesi fondatori dell’Ue e conosce bene le debolezze che attualmente la caratterizzano in questo momento. Se prendiamo il caso dell’immigrazione, che colpisce l’Europa intera, l’Italia è nelle condizioni di indicare alle isituzioni le questioni prioritarie e le responsabilità da assumere.

Qual è la vostra posizione sulla direttiva sui ritardi dei pagamenti alle imprese?
Sono particolarmente preso da questi temi. E’ noto che le Pmi hanno bisogno di una riforma strutturale, perché soffrono il peso della burocrazia più di tutte le altre tipologie di imprese. L’Ue deve proteggerle dagli inaccettabili ritardi nei pagamenti, in particolare da parte della PA. Il nostro comitato stima che queste prassi potrebbero ripercuotersi in un ritardo industriale e avere ripercussioni su tutta la filiera produttiva, compreso il “retail”. E’ il momento di implementare pienamente la direttiva europea. Riteniamo che una volta compiuta, questa riforma sarà in grado di generare un incremento del Pil dell'1,5%.

Qual è la vostra posizione sulle politiche energetiche dell’Ue?
Il Comitato è consapevole della realtà del cambiamento climatico e, al contempo, della situazione economica e sociale in Europa. Il settore energetico pesa per i due terzi sulla produzione di emissioni di gas serra. Questa situazione è insostenibile e non può continuare così. Il CESE ha già preso una posizione chiara per cambiare la gestione energetica. Crediamo che sia cruciale adattare le misure alle politiche e agli strumenti dell’Ue.

Nel quadro del suo progetto sull’impresa sociale, il CESE organizzerà un’audizione pubblica il prossimo 3 settembre, sulle imprese sociali. Qual è il futuro di queste imprese?
Il modello economico e sociale dell’Ue deve essere reinventato. Abbiamo bisogno di un modello più giusto, più legato al territorio, in cui la coesione sociale sia fonte di prosperità collettiva. Le imprese sociali rientrano in questa logica. Siamo a favore di una reindustrializzazione dell’Europa. Dobbiamo sviluppare imprese di valore con una forte identità radicata sul territorio. In questa prospettiva, le imprese sociali hanno in potenziale per raggiungere questi obiettivi.

Il CESE ha recentemente presentato i risultati di uno studio sulle libere professioni realizzato dall’Università di Colonia. Come è possibile valutare la qualità all’interno del mercato unico? Cosa proponete per migliorare la valutazione?
Su questo tema l’Ue può essere portatrice di un valore aggiunto. E’ dovere della società civile proteggere i suoi cittadini. L’Ue deve implementare delle riforme per valutare la qualità dei prodotti professionali e gli standard da rispettare in tutto il continente. La libera circolazione dei servizi non dovrebbe andare a detrimento della qualità e dei consumatori.

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