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UE: il Parlamento vuole rinnovare la politica euromediterranea

|Novità
20 febbraio 2009
Il Parlamento europero sostiene che l'intera politica euromediterranea dev'essere rinnovata profondamente rafforzando la dimensione politica e il co-sviluppo, intensificando i negoziati di pace, favorendo i diritti umani e la libertà religiosa nella regione, dando nuovo slancio alle politiche migratorie comuni, aumentando il sostegno economico dell'UE, e precisando che l'Unione per il Mediterraneo (UpM) non è un'alternativa all'ampliamento dell'UE e non incide sulle prospettive d'adesione.
La regione mediterranea riveste un'importanza strategica fondamentale per l'Unione europea sul piano politico ed economico. Il cosiddetto "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" è dal 1995 lo strumento centrale delle relazioni euromediterranee, con un partenariato di 39 governi e oltre 700 milioni di cittadini, e un quadro di impegno e sviluppo costante.
 
Negoziati di pace
Parlamento Europeo I deputati, preoccupati per il conflitto israelo-palestinese, che incide sul dialogo politico del partenariato euromediterraneo, auspicano che il rafforzamento delle relazioni euromediterranee dia nuovo impulso allo sviluppo di un'area di pace e prosperità che, assieme alla stabilità politica, «sono fondamentali per la sicurezza collettiva e individuale», sottolineando che solo un'intensificazione dei negoziati volti a pervenire a una soluzione globale e duratura può permettere la realizzazione di questo obiettivo, ritengono che l'Unione europea «debba assumere un ruolo guida nella composizione di tali conflitti conquistando la fiducia di tutte le parti implicate». 

Promuovere i diritti dell'uomo e la libertà religiosa
Il Parlamento, che ritiene uno degli obiettivi principali della politica euromediterranea la promozione dello Stato di diritto, della democrazia, del rispetto dei diritti dell'uomo e del pluralismo politico, osservando che continuano a esistere «violazioni molto gravi», sollecita la Commissione a elaborare criteri di ammissibilità ben definiti per tali strumenti e a istituire un sistema efficace per il monitoraggio della loro attuazione.
 
Rinnovo della gestione di politiche migratorie comuni
Tutti i paesi del partenariato, la Commissione e le future istituzioni dell'UpM devono dare nuovo slancio alla gestione di politiche migratorie comuni, «allo scopo di valorizzare le risorse umane e di rafforzare gli scambi tra i popoli» ed «evitando una visione esclusivamente securitaria», concentrandosi sulle opportunità di migrazione legale, sulla lotta ai flussi migratori illegali, su una migliore integrazione degli immigrati e sull'esercizio del diritto di asilo.
 
Cooperazione economica, tutela dell'ambiente e politica energetica
Per i deputati, le iniziative economiche e commerciali dell'UpM per consentire la realizzazione di una zona di libero scambio reciprocamente vantaggiosa devono «favorire la crescita economica della regione, un suo migliore inserimento nell'economia mondiale e la riduzione del divario di sviluppo tra il nord e il sud del Mediterraneo, rafforzando ... la coesione sociale». In tale contesto, rilevano l'esigenza di tener conto dell'impatto sociale dei processi di liberalizzazione, soprattutto in termini di sicurezza alimentare. E precisano che l'obiettivo di un'area di libero scambio «non può essere valutato solo in rapporto alla crescita economica, ma soprattutto in termini di creazione di posti di lavoro».
 
Chiedendo poi di incoraggiare i giovani a creare piccole imprese, anche facilitando l'accesso al credito e al microcredito, il Parlamento ritiene che occorra rafforzare il sostegno al Fondo euromediterraneo di investimento e partenariato (FEMIP).
 
Il Parlamento sostiene infine la dimensione ambientale dell'UpM, quali la nuova iniziativa per il disinquinamento del Mediterraneo e il progetto per l'energia solare, nonché  ribadisce che per raggiungere gli obiettivi fissati è necessario ampliare i settori di cooperazione, includendovi la gestione idrica, l'agricoltura, la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, l'energia, la formazione professionale, la cultura, la sanità e il turismo. 
(Fonte: Parlamento Europeo, Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo)
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