Chat with us, powered by LiveChatTargeted long-term refinancing operations - Tltro: richieste finanziamenti BCE sotto aspettative - FASI
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Targeted long-term refinancing operations - Tltro: richieste finanziamenti BCE sotto aspettative

|Novità
12 dicembre 2014

Mario Draghi - World Economic Forum Annual Meeting 2012Le banche italiane raccolgono 26,5 miliardi dalla seconda asta Tltro della Banca centrale europea, che si aggiungono ai 23,3 miliardi ottenuti a settembre.

Richieste di liquidità degli istituti di credito al di sotto delle aspettative della Banca centrale europea. Se l'obiettivo della BCE era concedere alle banche mille miliardi di euro tra il 2014 e il 2017, di cui i primi 400 miliardi con le aste del 18 settembre e dell'11 dicembre, all'indomani del secondo appuntamento il totale delle richieste degli istituti di credito ammonta a poco più della metà, circa 212 miliardi.

Non fa eccezione l'Italia che avrebbe potuto chiedere fino a 75 miliardi nelle due aste del 2014 e invece si è fermata a meno di 50 miliardi. L'istituito guidato da Mario Draghi potrebbe decidere di avviare nuove misure per stimolare la ripresa, come l'atteso 'quantitative easing', l'alleggerimento quantitativo, con l’acquisto di titoli di Stato dei Paesi membri.

Cosa sono le Targeted long-term refinancing operations

A differenza delle Long term refinancing operation (Ltro), cioè i piani di rifinanziamento a lungo termine attivati dalla BCE per assicurare liquidità alle banche dell'Unione, le Targeted long-term refinancing operations hanno l'obiettivo di sostenere l'economia reale finanziando prestiti alle famiglie e alle imprese.

L'Italia è stata prima per richieste in occasione dell'asta di settembre, seguita dalla Spagna. Degli 82,6 miliardi di euro chiesti complessivamente dalle banche europee, infatti, oltre 23 miliardi sono andati alle italiane e 15 alle spagnole. La BCE si aspettava richieste per almeno 100 miliardi, ma confidava nell'asta di dicembre per una partecipazione più elevata.

Anche la seconda asta ha però deluso le aspettative dell'Eurotower. La richiesta delle banche si è fermata a 130 miliardi, con le italiane sempre in testa a quota 26,5 miliardi. Di questi:

  • 8,6 miliardi vanno a Intesa San Paolo,
  • 3,3 miliardi a Monte dei Paschi di Siena,
  • 3,2 miliardi a Ubi,
  • 2,7 miliardi a Banco Popolare,
  • 2,2 a UniCredit,
  • 1,7 miliardi a Iccrea,
  • 1,25 miliardi a Banca Popolare di Vicenza,
  • 980 milioni a Veneto Banca,
  • 750 milioni a Banca Popolare di Sondrio,
  • 400 milioni a Carige,
  • 200 milioni a Banca Sella.

Una via d'uscita dal credit crunch?

Le Tltro hanno durata massima di 4 anni e sono concesse a un tasso agevolato dello 0,15 per cento, fisso per l’intera durata di ciascuna operazione.

Con la liquidità ottenuta le banche devono erogare finanziamenti a favore di famiglie e imprese, con l'esclusione dei prestiti al settore finanziario e dei mutui immobiliari.

Le risorse che non saranno convertite in prestiti dovranno essere restituite dalle banche alla BCE a partire dal 2016. In più, gli istituti di credito saranno esclusi dalle successive aste dell'Eurotower.

Secondo il presidente dell'Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli, il primo trimestre del prossimo anno sarà caratterizzato da una ripresa degli impieghi. Tra l'altro, fa sapere Patuelli in una nota, “queste immissioni di nuova liquidità si assommano ai circa 1.800 miliardi di prestiti già in atto da parte delle banche in Italia e che rappresentano un concreto e assai ingente sostegno alle prospettive di ripresa”.

L'efficacia della misura non è però garantita. Secondo dati di Bankitalia di ottobre, le banche sono già alle prese con crediti irrecuperabili per 179 miliardi di euro, un freno notevole all'assunzione di rischi che comporta prestare denaro a imprese piccole o in difficoltà. D'altra parte, la contrazione degli investimenti privati si accompagna a un calo della domanda di finanziamenti da parte del mondo imprenditoriale.

Il risultato è che i finanziamenti della BCE, piuttosto che convertirsi in prestiti alle imprese che ne avrebbero bisogno, serviranno soprattutto a comprare titoli di Stato. E' già accaduto con la prima asta - oltre 18 miliardi dei circa 23 raccolti hanno finanziato l'acquisto di titoli di Stato da parte delle banche italiane - e niente fa pensare che non possa ripetersi con i 26 miliardi della seconda.

//www.flickr.com/people/15237218@N00">World Economic Forum
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