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Parlamento Ue – usare fondi strutturali 2007-2013 per crisi rifugiati

|Novità
18 marzo 2016

Per la Corte dei Conti Ue gli strumenti finanziari dedicati ai migranti nella scorsa programmazione sono stati spesi in modo inefficace

Rifugiati

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Fino a 10 miliardi di euro, a valere sui fondi strutturali stanziati per il periodo 2007-2013 e non spesi dagli Stati membri, potrebbero essere destinati ad alleviare la crisi dei rifugiati. E' la proposta avanzata da alcuni eurodeputati, mentre a Bruxelles si cercano nuove risorse per l'emergenza migratoria. Intanto dalla Corte dei Conti europea arriva un richiamo sugli strumenti istituiti nella scorsa programmazione proprio per far fronte ai flussi migratori: la gestione del Programma tematico per la migrazione e l’asilo (TPMA) e dello Strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), secondo la Corte, è stata inadeguata.

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Una nuova destinazione per i fondi strutturali 2007-2013

La proposta degli eurodeputati consiste nel destinare le risorse Ue per la politica regionale stanziate nello scorso settennato e non utilizzate dai Paesi Ue a un fondo temporaneo, gestito dall'Esecutivo comunitario, dedicato all'emergenza rifugiati e migranti.

Una discussione più approfondita sul piano si terrà ad aprile, nell'ambito del confronto tra PE e Commissione sugli emendamenti al budget per la gestione della crisi dei rifugiati, ma interrogato in merito dalla testata EurActiv, l'Esecutivo Ue ha già dichiarato che l'idea potrebbe avere un seguito. “Bisognerebbe fare ogni sforzo per aumentare la flessibilità del bilancio Ue. Valuteremo con attenzione questa proposta”, ha dichiarato un portavoce della Commissione.

Secondo Bruxelles, le risorse residue a valere sul Quadro finanziario pluriennale 2007-2013 potrebbero essere comprese tra i 2 e i 10 miliardi di euro e saranno quantificabili con certezza nei primi mesi del 2017.

Corte Conti Ue, gestione fondi per migrazione inefficace

Parallelamente alla ricerca di nuove risorse per la crisi migratoria, arriva il giudizio della Corte dei Conti Ue sull'utilizzo degli strumenti espressamente dedicati al problema. Secondo la Corte, sia il Programma tematico per la migrazione e l’asilo (TPMA) che lo Strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), entrambi istituiti per il periodo 2007-2013, non disponevano di una strategia chiara e di indicatori quantitativi e orientati ai risultati, al punto da rendere difficile verificare non solo l'efficacia dei progetti, ma perfino le priorità geografiche e tematiche.

La Corte rileva poi un'attenzione insufficiente all’individuazione dei bisogni dei Paesi partner, limitata anche dal fatto che spesso presso le delegazioni dell’Ue nei Paesi terzi non vi erano funzionari specializzati in questioni di migrazione.

Da migliorare, si legge nella relazione, anche il coordinamento tra le direzioni generali della Commissione, il Servizio europeo di azione esterna, le agenzie dell’Unione, in partenariato con gli Stati membri, i Paesi terzi e del vicinato. Nel quadro della programmazione dei fondi 2014-2020, conclude, la Corte, il dialogo tra questi soggetti dovrebbe essere migliorato, per evitare la perdita di conoscenza e la duplicazione degli sforzi dei vari attori coinvolti.

> Relazione speciale n. 9/2016: La spesa per la dimensione esterna della politica UE di migrazione nei paesi del vicinato orientale e del Mediterraneo meridionale fino al 2014

© European Union , 2016 / Source: EC - Audiovisual Service / Photo: Yasin Akgül
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