Chat with us, powered by LiveChatLa Francia si appresta a varare la tassa sulle emissioni CO2 - FASI
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La Francia si appresta a varare la tassa sulle emissioni CO2

|Novità
23 agosto 2009
Parigi, Museo del Louvre - by Alessandra FloraDurante la sua visita in Bretagna per constatare le conseguenze della proliferazione delle alghe verdi tossiche sulla coste delle Cotes-d’Armor – disastro ambientale e “honte” per l’orgoglio nazionale - il primo ministro francese, Francois Fillon, ha confermato la volontà del governo di portare avanti la lotta ai cambiamenti climatici: “La tassa carbonio – ha affermato Fillon - rappresenta un mezzo per lottare contro le emissioni di carbonio che contribuiscono al riscaldamento del pianeta. Nelle prossime settimane - ha proseguito Fillon - renderemo note le proposte da sottoporre al Parlamento”.

Questa tassa “verde” da comminare ai cittadini, alla pubblica amministrazione e alle imprese, che rappresenterebbe il primo passo verso una fiscalità sostenibile, potrebbe essere inclusa nella finanziaria 2010. Proclamato proprio durante la Journées d’été dei Verdi, l’annuncio mirava a dimostrare che il governo resta attivo sul fronte ecologico. La proposta tuttavia ha sollevato alcune polemiche. Non dimentichiamoci che già nel 2002 l’ex primo ministro Lionel Jospin era stato costretto ad abbandonare la sua proposta di una tassa generica sulle attività inquinanti. Ma erano altri tempi ed i francesi non avevano ancora sviluppato del tutto un vero sentimento ecologista.

Fillon non ha ancora dato indicazioni precise: per il momento il livello proposto dalla commissione presieduta da Michel Rocard al fine di tendere più cara l’energia e favorire i consumi sobri – 32 euro ogni tonnellata di CO2, che implicherebbe di conseguenza un aumento di 7 centesimi al litro di benzina – è giudicato eccessivo dal ministro dell’economia, Christine Lagarde. In media ai francesi la tassa verrebbe a costare circa 160 euro l’anno, ma il balzello potrebbe inasprire le disuguaglianze a discapito degli abitanti delle zone rurali, costretti a spostarsi di più di automobile e a ricorrere maggiormente al riscaldamento delle case: i loro consumi potrebbero spingerli a pagare fino a 300 euro l’anno, un salasso.

L’altro problema riguarda la possibilità di inserire nella tassa anche l’elettricità, la cui produzione in Francia è assicurata per l’80% dalle centrali nucleari, le quali – come è noto - non producono gas carbonio e dovrebbero essere pertanto escluse dalla contribuzione. Spesso, però, il nucleare non basta e durante l’inverno si fa spesso ricorso al gas o al carbone, che comportano ingenti emissioni di CO2 per produrre il riscaldamento elettrico. Gli ecologisti ritengono che il consumo di tutte le energie debba diminuire. Michel Rocard, pertanto, è favorevole all’inclusione dell’elettricità all’interno della tassa. Dal canto suo, invece, il ministro dell’ecologia Jean-Louis Borloo si era pronunciato a favore della creazione di un “assegno verde” da distribuire ai cittadini francesi.

Ancora incerta la tempistica per l’entrata in vigore della tassa, probabilmente dopo le elezioni regionali previste per marzo 2010. Le prossime settimane di discussione parlamentare si annunciano estremamente calde, non soltanto a causa della canicola estiva.
(Alessandra Flora)

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