Chat with us, powered by LiveChatPiù remunerati e stabili i lavoratori delle imprese internazionalizzate - FASI
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Più remunerati e stabili i lavoratori delle imprese internazionalizzate

|Novità
13 ottobre 2009
 La ripresa economica può partire da quelle imprese che puntano sull’internazionalizzazione. A portare avanti questa tesi è un’indagine realizzata dal Censis per conto di Eri-Gradus, con l’ausilio della rete estera degli uffici dell’Ice. Le imprese che rafforzano le loro strategie di internazionalizzazione, infatti, investono anche sulle risorse umane: i dipendenti all’estero vengono pagati mediamente di più e per una volta vedono riconosciuti il merito e la partecipazione allo sforzo aziendale.

Le imprese che dichiarano di avere una sensibile attività all’estero sono anche quelle che adottano più di altre i contratti standard (il 96,6% contro il 92,5%) rispetto a quelli flessibili. Evidentemente queste aziende ritengono che la stabilità professionale possa rappresentare una conditio sine qua non per affrontare il mercato internazionale.

Sul piano della retribuzione lorda annua, il personale all’estero, a parità di qualifica con quello italiano, viene pagato di più. Per esempio un dirigente che lavora in Italia guadagna circa 87 mila euro annui, mentre un dirigente di un’impresa italiana all’estero ne guadagna 140 mila.

Sul versante degli altri benefit, nelle imprese che hanno aperto delle sedi oltre frontiera c’è una maggiore tutela delle condizioni di salute delle risorse impiegate, che possono contare su una copertura assicurativa sanitaria più diffusa (il 60% contro il 50,2%) e su un più elevato accesso alle palestre (il 6,7% contro il 2,6%).

Anche il clima interno risente delle scelte aziendali. Il livello di collaborazione tra dipendenti e manager viene definito “molto elevato” dall’11,2% dei responsabili delle imprese che realizzano il fatturato all’estero, mentre nelle altre aziende non si supera quota 5%. La forte attenzione per le risorse umane risulta anche dal maggiore impegno delle imprese internazionalizzate nella valorizzazione delle competenze manageriali e nella promozione dei percorsi di carriera interna. Le imprese internazionalizzate che considerano la retribuzione una forma di valorizzazione del merito sono infatti più numerose (il 25,2%) di quelle che non hanno sedi all’estero (il 23,1%).

Purtroppo, a causa della crisi mondiale, sono sempre meno le aziende in grado di cimentarsi in mercati non nazionali. In questo contesto le imprese internazionalizzate, oltre ad aver resistito agli urti della congiuntura sfavorevole, sono le uniche in grado di rimettere in moto lo sviluppo.

Fonte: www.censis.it

(Alessandra Flora)

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