Chat with us, powered by LiveChatBilancio UE post 2020 – un quarto delle risorse per il clima - FASI
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Bilancio UE post 2020 – un quarto delle risorse per il clima

|Novità
03 maggio 2018

Bilancio UENella proposta per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 presentata dalla Commissione europea, una quota pari al 25% delle risorse sarà destinata al clima ed un’economia a basse emissioni.

La proposta della Commissione per il bilancio UE 2021-2027

In linea con l’accordo di Parigi e con l’impegno per gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, la Commissione europea propone di fissare un target più ambizioso per l’integrazione del clima in tutti i programmi europei, con un 25% della spesa UE a favore degli obiettivi climatici. È quanto si legge nel documento presentato ieri in plenaria dal presidente Jean-Claude Juncker relativo al Quadro finanziario pluriennale post 2020.

Quadro finanziario pluriennale – gli scenari per il bilancio UE post 2020

La proposta dell'Esecutivo prevede 1.135 miliardi di euro in impegni e 1.105 miliardi di euro in pagamenti (espressi in prezzi del 2018), un ordine di grandezza analogo a quello del bilancio europeo 2014-2020 se si tiene conto dell'inflazione. “Un piano pragmatico su come fare di più con meno”, con un aumento limitato dei contributi nazionali ed economie mirate su alcuni programmi finanziari, ha sottolineato il numero uno dell’Esecutivo UE.

Un quarto delle risorse per il clima

Lo “sforzo climatico”, nota Bruxelles, sarà destinato alle politiche sull’integrazione regionale, l’energia, i trasporti, la ricerca e l’innovazione, l’agricoltura e gli aiuti allo sviluppo, con l’obiettivo di rendere il budget UE un “motore di sostenibilità”.

Rispetto al QFP 2014-2020, la spesa per il clima è in aumento di circa il 5% e va a coprire il 25% delle risorse messe a disposizione per il settennato 2021-2027.

I riferimenti all’azione ambientale e al clima trovano spazio nel sistema complessivo delle risorse proprie. L'Esecutivo UE ha proposto di introdurre un paniere di nuove entrate collegato alle priorità politiche dell'Unione.

E per quanto riguarda la tutela ambientale, si tratta del 20% delle entrate provenienti dal sistema di scambio delle quote di emissioni  (ETS) e di un un contributo nazionale calcolato in base alla quantità di rifiuti non riciclati di imballaggi in plastica di ciascuno Stato membro (0,80 euro al chilogrammo).

Bilancio europeo post 2020: chi vince e chi perde

Gli assi principali: dalla PAC al FP9

Nella scheda informativa dedicata a “Sostenibilità, protezione ambientale e lotta ai cambiamenti climatici” si fa riferimento a diversi programmi europei che avranno un ruolo cruciale nell’orientare gli investimenti verso la sostenibilità.

A partire dalla Politica agricola comune (PAC), i cui finanziamenti, nella proposta della Commissione, subiranno una modesta riduzione.

“Una Politica agricola comune moderna metterà maggiormente l'accento sull'ambiente e sul clima. Sosterrà la transizione verso modi più sostenibili di fornire alimenti sicuri e di alta qualità ai 500 milioni di consumatori dell'UE”, recita il documento realizzato da Bruxelles. E ancora: “La PAC riformata avrà obiettivi ambientali rafforzati attraverso norme migliorate”.

Ma ad avere un ruolo determinante nella transizione verso un’economia a basse emissioni saranno anche altri programmi:

  • LIFE, in primis, il programma europeo dedicato all’ambiente, che potrà contare su 5,4 miliardi nel prossimo bilancio UE;
  • la Politica di Coesione, il cui budget si aggirerà intorno ai 273 miliardi – e che pure, insieme alla PAC, dovrebbe andare incontro a un taglio delle risorse;
  • FP9, il prossimo programma quadro per la ricerca e l’innovazione e successore di Horizon 2020, che potrà contare di 97,6 miliardi di euro;
  • gli strumenti finanziari come InvestEU, volti ad orientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili.

Le proposte della Commissione europea per il QFP post 2020

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