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Scuole superiori: la riforma partirà nel settembre 2010

|Novità
05 febbraio 2010
Liceo Tasso, Roma - Foto di Gramo91Equiparare il nostro paese agli standard europei e preparare gli studenti al mercato del lavoro. E’ questo l’obiettivo dell’ennesima riforma delle scuole superiori, i cui regolamenti attuativi hanno incassato il via libera del Consiglio dei ministri dello scorso 4 febbraio. La riorganizzazione dei licei firmata dal ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, nasce nel solco delle riforme precedenti varate dalla sua antesignana, Letizia Moratti, che furono improntate ad una visione “aziendalistica” della scuola e alle famose “Tre i”: internet, inglese, impresa.

Sul fronte dei licei, rispetto al vecchio impianto che prevedeva solo il liceo classico, il liceo artistico e lo scientifico, oltre all’istituto magistrale quadriennale e a percorsi sperimentali linguistici, con la riforma avremo:

  • liceo classico,
  • liceo linguistico,
  • liceo scientifico,
  • liceo musicale o coreutico,
  • liceo delle scienze umane,

Gelmini ha spiegato nel corso della conferenza stampa che “il nostro sistema dei licei funziona e molti Paesi europei ci invidiano. Non a caso abbiamo voluto mantenere la denominazione di Ginnasio ad indicare il biennio del Liceo Classico”. Con la riforma vengono però introdotti altri elementi, tra i quali il potenziamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua straniera, ma soprattutto con l’introduzione dell’insegnamento, nel quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera. Il sistema dei licei si dota inoltre di due nuovi indirizzi: il liceo musicale, realizzato in collaborazione con i conservatori, e il liceo delle scienze umane, che in parte sostituisce l’istituto magistrale.

Per i licei artistici (uno dei sei tipi di liceo previsti dalla riforma) vi è la novità che gli iniziali tre indirizzi sono stati sostituiti da sei indirizzi distinti: arti figurative, architettura e ambiente, audiovisivo e multimedia, design, grafica, scenografia.

Per quanto riguarda gli istituti tecnici, invece, la riforma prevede due soli settori (oggi ce ne sono 10), economico e tecnologico, e 11 indirizzi (contro gli attuali 39). Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento. La riforma ha come obiettivo la creazione di un raccordo più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro. Gli istituti tecnici inoltre avranno una maggiore flessibilità nella variazione dell'orario scolastico rispetto al passato (meno ore, però, possono comportare un taglio del comparto docente).

In merito agli istituti professionali, questi si articoleranno in 2 macrosettori: gli istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori corrisponderanno 6 indirizzi.

Novità anche per l'insegnamento della religione cattolica.  L'ultimo Consiglio dei ministri ha approvato anche un decreto presidenziale che recepisce l'intesa fra il ministero e la CEI ai fini dell'individuazione dei criteri didattici per l'insegnamento della religione cattolica nella scuola dell'infanzia e del primo ciclo dell'istruzione, come previsto nella normativa concordataria, modificando l'assetto in vigore con la precedente riforma Moratti.

Immediata l'apprensione delle famiglie in procinto di valutare il percorso scolastico più adatto per i figli. Il ministero ha predisposto un piano di orientamento in collaborazione con i dirigenti e gli insegnanti, per informare le famiglie e gli studenti sulle novità introdotte dalla riforma che partirà con il nuovo anno scolastico. Proprio per questo il termine, per effettuare le iscrizioni alla prima classe della scuola superiore, è stato rinviato al 26 marzo 2010.

“Meno ore, meno materie, meno insegnamenti, meno insegnanti, meno laboratori. In totale, meno 1.650 milioni di euro nel 2010, meno 2.538 nel 2011, meno 3.188 nel 2012, un taglia e cuci generale ed ecco confezionata la scuola superiore. Tutto questo senza un dibattito parlamentare adeguato, senza un dibattito pubblico nel Paese” questo il commento del segretario del PD, Pierluigi Bersani che aggiunge: “Il Ministro Gelmini esegue solamente, lasciando nell'incertezza la scuola, le famiglie, gli studenti, i lavoratori del settore”.

Dura anche la reazione di Cgil Scuola: “Il dato più evidente è l’accentuazione della separatezza tra il sistema dei licei (considerata “la Scuola") e gli istituti tecnici e professionali, e una chiara discriminazione sul versante dei diritti. I licei, infatti, manterranno la loro struttura nelle classi successive alla prima, mentre i tecnici e i professionali perderanno ore, in particolare nelle materie professionalizzanti. (…) La scuola torna ad essere, quindi, luogo della separazione sociale, violando i principi e i valori della nostra Costituzione”.

Restano incerte le conseguenze di una nuova riforma per gli insegnanti e per i lavoratori della scuola pubblica, in particolare dei precari, già duramente messi alla prova dai tagli dello scorso anno.

Per maggiori informazioni sulla riforma è possibile consulatre un'apposita sezione on line del Ministero

(a cura di Alessandra Flora)  

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