Chat with us, powered by LiveChatMilleproroghe: domani la fiducia alla Camera - FASI
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Milleproroghe: domani la fiducia alla Camera

|Novità
24 febbraio 2011

Montecitorio - Foto di Manfred HeydePassaggio blindato per il maxiemendamento che sostituisce il decreto Milleproroghe, a seguito dei rilievi del Presidente Napolitano circa l'eccessiva ampiezza ed eterogeneità del provvedimenti raccolti nel testo. Dopo l'esame delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio, il nuovo testo sarà votato dai deputati nel primo pomeriggio di domani, per approdare in Senato sabato mattina e salvarlo dalla decadenza prevista per il 28 febbraio.

L'emendamento escluderà le norme non urgenti o che non hanno a che vedere con la proroga di termini di legge, tra cui la proroga delle graduatorie dei precari della scuola, la riorganizzazione del Personale Consob, il blocco delle demolizioni delle case abusive in Campania e l'aumento del numero di consiglieri e assessori per Roma Capitale.

Tra le questioni più controverse quella dell'incontro tra televisioni e giornali: la proroga solo fino al 31 marzo 2011 del divieto di acquisto di testate giornalistiche da parte di chi possiede reti televisive nazionali fa scatenare l'opposizione che denuncia "il rischio che Mediaset acquisisca il Corriere della Sera".

Modificata anche la norma sull'anatocismo, la pratica del calcolo degli interessi sugli interessi attuata dagli istituti di credito sui depositi dei loro clienti.

Questa pratica sarebbe ammessa solo dopo la scadenza degli interessi, quindi generalmente a chiusura d'anno, mentre la capitalizzazione trimestrale non è consentita.

Nel 2001 una sentenza della Cassazione ha stabilito il diritto di fare causa alla banca per ottenere il rimborso degli interessi illegittimamente addebitati entro il termine di 10 anni dalla chiusura del conto, ma il Milleproroghe ha ridotto i tempi per la presentazione dei ricorsi con una norma che fa decorrere la prescrizione "dal giorno dell'annotazione stessa", quindi dal giorno di registrazione dell'addebito illegittimo, e non dalla cessazione del rapporto con la banca.

La nuova versione del testo conferma questo principio e aggiunge che "non si fa luogo alla restituzione degli importi già pagati''.

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