Chat with us, powered by LiveChatFieg: nuovi modelli di business per l'editoria on line - FASI
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Fieg: nuovi modelli di business per l'editoria on line

|Novità
13 aprile 2011

Carlo Malinconico, fonte ansaUn ambiente più favorevole alle imprese editoriali. A reclamarlo è Carlo Malinconico, presidente della Fieg, la federazione degli editori italiani, in occasione della presentazione dello studio annuale sulla stampa in Italia. Malinconico ha ricordato gli ostacoli con cui deve confrontarsi l'editoria giornalistica legati alla vendita delle copie e degli spazi pubblicitari e alla difficoltà nell'individuare nuove linee di crescita dei ricavi.

C’è poi da dire che l’editoria giornalistica è investita da processi di trasformazione dei tradizionali modelli di business, imposti dall’incalzante avanzare delle tecnologie digitali. Un ulteriore problema è rappresentato dal graduale declino dei finanziamenti pubblici. Altro nodo gordiano esta la difesa della proprietà intellettuale, che va perseguita introducendo quelle salvaguardie che l'attuale disciplina sul diritto d'autore non prevede.

Il numero uno della Fieg punta poi il dito contro la burocrazia: alla carta stampata è richiesta una regolazione troppo minuziosa in termini di adempimenti e di responsabilità rispetto ai nuovi canali comunicativi.

La reazione della forza lavoro coinvolta nei processi editoriali, cioè dei giornalisti, alle dichiarazioni di Malinconico non si è fatta attendere. Secondo Enzo Iacopino, Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti: “Non una parola di speranza - a quattro giorni da una imponente manifestazione pubblica contro il precariato - per i tanti sfruttati da quei ladri di sogni e di verità che ci sono tra gli editori. Non era la sede, sarà l'obiezione. Ma questa sede non si trova mai. Il problema resta e distrugge la vita di migliaia di giovani. La verità è che sul terreno della moralità dei comportamenti di troppi editori la Fieg sceglie sempre la strada del silenzio”.

Entrando nel vivo della ricerca, la crisi ha colpito soprattutto la stampa periodica. Nel 2009, i ricavi editoriali in questo settore sono diminuiti del 14,2%, soprattutto a causa della forte flessione degli introiti pubblicitari (-29,1%), accompagnata dalla diminuzione dei ricavi da vendita (-9,0%).

Nel 2010 il margine operativo lordo (mol) aggregato delle imprese editrici di quotidiani è tornato positivo, dopo il preoccupante calo del 2009, anno in cui aveva fatto registrare un valore negativo. Il margine, che già nel 2008 aveva subito un netto ridimensionamento (da 261,6 milioni di euro del 2007 a 158,1 milioni), nel 2009 era sceso sotto lo zero (-30,8 milioni) per risalire a 118 milioni nel 2010, con un’incidenza sul fatturato (4%) che ha recuperato i livelli del 2008.

Per la carta stampata, però, ci sono anche delle buone notizie sul fronte dei lettori. Negli ultimi anni - rileva ancora la Fieg - il numero dei lettori dei quotidiani è andato costantemente aumentando. Nel 2010 questi sono restati al di sopra di 24 milioni. L'indice di penetrazione, che nel 2000 stazionava intorno al 38% della popolazione, è salito quindi al 46%.

A fronte della contrazione delle vendite delle copie (-4,3%) e degli introiti pubblicitari (-2,6%), le imprese di quotidiani hanno cercato di qualificare l'offerta con il potenziamento delle attività online. Alcuni dati sono estremamente indicativi di questo processo. Uno su tutti: gli utenti online, in un giorno medio, di siti web dei quotidiani sono cresciuti a fine 2010 del 38% e il loro numero è assai prossimo al 50% dell’utenza complessiva di internet.La percentuale di utenti unici di siti di quotidiani sull'utenza complessiva è salita in un anno dal 38,3 al 45,4%.

Il problema è quello del ritorno economico di investimenti sempre più impegnativi. Resta ancora problematico superare le resistenze del pubblico ad accettare formule di paywall, vale a dire di accesso a pagamento alle nuove offerte, modalità già sperimentate all’estero dal Financial Times e dal Wall Street Journal.

Cambiare per non morire? Per la Fieg in futuro la filosofia del “paper first”, della carta innanzitutto, va integrata in un nuovo sistema caratterizzato da un desk multimediale da dove far partire i contenuti in direzione del prodotto stampato, del web, degli smartphone, dei tablets.

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