Chat with us, powered by LiveChatL'UE tira la cinghia con un bilancio “austero” - FASI
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L'UE tira la cinghia con un bilancio “austero”

|Novità
25 aprile 2011

euro - Credit © European Union, 2011Il nuovo progetto di bilancio dell’UE per il 2012 adottato dall’esecutivo di Bruxelles è all’insegna dell’austerità. Gli stanziamenti di pagamento, pari a 132,7 miliardi di euro, sono aumentati del 4,9% rispetto al 2011. Gli stanziamenti d’impegno, che ammontano a 147,4 miliardi di euro, sono cresciuti del 3,7%.

Per sfrondare le spese superflue la Commissione ha cercato di individuare i programmi o le iniziative “inutili”.
A seguito della valutazione dei suoi risultati, lo strumento di cooperazione allo sviluppo è stato ridotto di 70,7 milioni di euro. Quello per i paesi industrializzati ha subito un taglio pari a 14,5 milioni di euro a causa dell’elevato livello di disimpegni nel 2007, degli scarsi risultati e dei ritardi nell’adozione della nuova base giuridica.
Il progetto europeo di navigazione satellitare GALILEO, invece, perde 24,9 milioni di euro.

Restano però da mantenere gli impegni già presi. I programmi finanziati dall’UE avviati nel 2007 sono adesso in piena fase di realizzazione. In particolare, l’aumento dei livelli di pagamento a titolo dei programmi di ricerca (7,6 miliardi di euro, +13,3%) e dei fondi strutturali e di coesione (45,1 miliardi di euro, +8,4%) mira a massimizzare il contributo del bilancio dell’UE a favore della crescita economica e della coesione.

La Commissione ribadisce che le spese per il funzionamento delle istituzioni europee rappresentano solo il 6% del bilancio dell’UE: il rimanente 94% del bilancio annuale ritorna alle regioni, alle città, alle imprese, ai ricercatori e ai cittadini europei ed è destinato per metà alla crescita e all’occupazione.

Per la prima volta, Bruxelles non propone alcun aumento nelle sue spese amministrative e mantiene la politica di crescita zero nel personale per il terzo anno in fila. Tale risultato è stato ottenuto riducendo in maniera significativa le spese relative agli immobili, alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, agli studi, alle pubblicazioni e alle missioni, conferenze e riunioni.

Adesso tocca al Consiglio - in rappresentanza degli Stati membri - e al Parlamento avviare il negoziato e adottare il budget definitivo.

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