Chat with us, powered by LiveChatGreen economy: per le imprese europee obiettivi 2020 a rischio - FASI
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Green economy: per le imprese europee obiettivi 2020 a rischio

|Novità
29 aprile 2011

Parco eolico - Foto di Eugenio VegaSe qualcuno riteneva che le difficoltà nel realizzare investimenti nel campo dell’industria verde, in particolare delle fonti energetiche rinnovabili, riguardassero solo le imprese italiane, si sbagliava. La BusinessEurope, l'associazione dei datori di lavoro europei, ha infatti spiegato ad Euractiv che le aziende dell'UE temono di non poter raggiungere gli obiettivi fissati dalla strategia Europa 2020 a causa dell’insufficiente supporto finanziario, dei vincoli burocratici e dell’incertezza politica.

Il 26 aprile scorso la Confederation of British Industry (CBI) ha pubblicato un rapporto sugli investimenti in infrastrutture a basse emissioni di carbonio, che denunciava la distanza del Regno dai suoi obiettivi per il 2020, riconducendola a fattori che vanno dal calo degli investimenti al rischio finanziario, dalla scarsa pianificazione ai ritardi nell’approvazione dei progetti di energia rinnovabile. Secondo Katja Hall, policy director della CBI, anche l'incertezza politica è un fattore frenante: "Abbiamo bisogno che il governo fissi una chiara direzione di marcia e vi si attenga", ha sottolineato.

Il giorno successivo il sindacato francese delle energie rinnovabili (SER) ha confermato le criticità finanziarie e amministrative che ostacolano lo sviluppo delle fonti rinnovabili, in particolare nel campo dell’eolico.
Il capo del SER, Jean-Louis Bal, ha spiegato ad esempio che in Francia "i nuovi progetti eolici sono spesso in ritardo a causa delle procedure giudiziarie di ricorso che durano fino a tre anni". Un problema non da poco se consideriamo che il Paese deve passare dagli attuali 6 GW di capacità di energia eolica a 25 GW entro il 2020 per raggiungere l'obiettivo di soddisfare il 23% della domanda di elettricità da energia verde.

Un allarme condiviso da BusinessEurope che, attraverso il suo portavoce per il clima, Folker Franz, ha chiesto all’Europa di riconoscere la gravità del problema dei ritardi amministrativi e di sostenere i grandi progetti infrastrutturali transeuropei, sia finanziariamente che agevolando il dialogo tra gli attori nazionali. Prima che sia troppo tardi per recuperare il tempo perduto.

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