Chat with us, powered by LiveChatCambiamenti climatici: necessita' di un nuovo accordo tra gli Stati membri - FASI
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Cambiamenti climatici: necessita' di un nuovo accordo tra gli Stati membri

|Novità
07 giugno 2011

Christiana Figueres - Credit © European Union, 2011Dicembre 2012 si avvicina e l'Unione europea sta ancora lavorando per trovare un successore al Protocollo di Kyoto. A contrapporsi rispetto all’imminente futuro del patto, la posizione dei Paesi in via di sviluppo, che richiedono un’estensione del protocollo anche dopo i termini di scadenza, e quella delle Nazioni industrializzate, che spingono invece per un nuovo accordo.

Il trattato, sottoscritto l'11 dicembre 1997, prevede l'obbligo per quaranta paesi industrializzati di ridurre, nel periodo 2008-2012, le emissioni di gas a effetto serra almeno del 5% rispetto ai livelli del 1990. In sede di sottoscrizione, durante la Conferenza di Marrakech del novembre 2001, ai paesi in via di sviluppo è stato concesso di non ridurre le emissioni, per non ostacolare la loro crescita economica.

Per stabilire nuovi obiettivi con gli stessi vincoli legali di Kyoto, i Paesi devono ratificare il regolamento nei parlamenti nazionali, ma il tempo rimasto a loro disposizione è ormai poco.

Gli Stati avranno la loro prossima occasione per trovare un accordo durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà a Durban dal 28 novembre al 9 dicembre 2011.

“Anche se riuscissero a trovare un accordo su un testo legale – ha dichiarato Christiana Figueres, Segretaria esecutiva della Convenzione quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici – sarebbero necessarie una revisione del Protocollo di Kyoto e le ratifiche legislative di tre quarti delle parti, dunque possiamo presumere che non vi sia abbastanza tempo per fare tutto questo tra Durban e la fine del 2012”.

Il Commissario nazionale per l'Azione per l'Ambiente, Connie Hedegaard, e il negoziatore statunitense per il clima, Todd Stern, hanno entrambi abbandonato le speranze che si possa giungere in tempo ad un accordo.

Posizione, questa, confermata da Artur Runge-Metzger, capo dell'unità Clima della Commissione Europea, secondo il quale il 2014 o il 2015 sono obiettivi più realistici per l’adozione un testo legale vincolante.

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