Chat with us, powered by LiveChatPiano Casa: ok da Cdm, ruolo centrale per Cdp - FASI
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Piano Casa: ok da Cdm, ruolo centrale per Cdp

|Novità
29 agosto 2013

Consiglio dei ministri del 28 agosto fonte Palazzo ChigiDare la possibilità a chi non ha un contratto a tempo indeterminato di ottenere un mutuo per l'acquisto della prima casa. Sbloccare il mercato immobiliare fermo un po' ovunque. Sostenere le imprese edili sull'orlo del fallimento. Questi gli intenti dall'ultimo Consiglio dei ministri, convocato a distanza di soli due giorni dal primo dopo la pausa estiva.

Destinatari del Piano

Il nuovo Piano Casa si rivolge alle fasce della popolazione tradizionalmente più disagiate, come disoccupati, pensionati e immigrati, ma anche ai cosiddetti "nuovi poveri", come i lavoratori atipici e precari, gli studenti, le giovani coppie, le famiglie monoreddito, i genitori separati.

Licenziato il 28 agosto, il provvedimento vuole dare la possibilità di accendere un mutuo anche a chi non ha grosse garanzie, come i lavoratori atipici. Nei pensieri del Governo, però, ci sono anche i locatari in difficoltà. Nel 2012 il mercato delle locazioni aveva registrato un crollo del 30% dei contratti.

I numeri parlano da soli. Tra il 2006 e il 2011 il volume dei mutui ipotecari era di 55 miliardi di euro annui, nel 2012 è sceso a 26 miliardi di euro, principalmente a causa della debolezza delle prospettive occupazionali e di reddito dei possibili mutuatari.

Cassa Depositi e Prestiti, la chiave di violino

In questo scenario alla Cassa depositi e prestiti, come già annunciato dal premier Enrico Letta i primi di agosto, viene conferito un ruolo primario. In sintesi, Cdp mette a disposizione delle banche oltre 2 miliardi di euro per l’erogazione di nuovi mutui per l’acquisto dell'abitazione principale.

Nondimeno, la Spa del Ministero dell'Economia può acquistare obbligazioni bancarie nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione di crediti derivanti da mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali, liberando l’attivo delle banche che possono così erogare nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni principali.

A questo intervento si aggiunge un plafond di altri 200 milioni (attraverso il rifinanziamento di fondi già esistenti e la creazione di un nuovo fondo presso il Ministero delle Infrastrutture), per rendere più sostenibili gli oneri del mutuo e della locazione della abitazione.

Per i redditi bassi la sospensione per 18 mesi delle rate del mutuo

Sul piatto vengono messi altri 40 milioni per la sospensione per 18 mesi delle rate di mutuo. Per esempio, il titolare di un mutuo sulla prima casa non superiore a 250mila euro e con indicatore ISEE non superiore a 30mila euro, in caso di perdita del lavoro o dell’insorgere di condizioni gravi di non autosufficienza o handicap, può chiedere alla banca la sospensione del pagamento delle rate per un periodo massimo di 18 mesi. Il Fondo, gestito dalla CONSAP, rimborserà alle banche gli oneri finanziari corrispondenti alla quota interessi delle rate per le quali ha effetto la sospensione del pagamento.

Altri interventi: lavoratori atipici, affitti, morosità incolpevole

Il Fondo di garanzia (Dl n. 112/2008) per i mutui a favore dei giovani (coppie, nuclei monogenitoriali con figli minori, lavoratori atipici) viene inoltre "rimpolpato" con altri 60 milioni.

La novità è che anche i lavoratori atipici potranno usufruire di questo fondo. Finora per chi non ha un contratto a tempo indeterminato (o altre cospicue garanzie) è stato molto difficile accedere al credito bancario.

Il fondo nazionale di sostegno per l'accesso alle case  in locazione interviene con 60 milioni a sostegno del reddito degli affittuari che, pur avendo i requisiti per l'accesso al sistema dell'edilizia residenziale pubblica, devono rivolgersi al libero mercato.

Infine, 40 milioni saranno destinati al fondo di copertura della morosità incolpevole. Questo nuovo fondo, istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, nasce dalla constatazione dell’aumento dei provvedimenti di sfratto, di cui oltre il 90 per cento riguarda famiglie che non pagano l’affitto a causa di difficoltà temporanee per varie cause: perdita del lavoro, messa in mobilità o in cassa integrazione, chiusura dell’attività, malattia grave, infortunio o decesso di un componente della famiglia.

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