Chat with us, powered by LiveChatAppalti: direttive Ue, riparte il recepimento - FASI
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Appalti: direttive Ue, riparte il recepimento

|Novità
16 novembre 2015

euro - Photo credit: Images_of_Money / Foter / Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)Direttive in materia di appalti alla svolta. L’Italia ha intenzione di accelerare in maniera decisa il processo di recepimento delle regole europee.

Il disegno di legge di recepimento delle direttive europee, attualmente all’esame del Senato, è tra le priorità del Governo. Il passaggio in Parlamento sarà completato nel giro di pochi mesi. E, subito dopo, si passerà dall'Esecutivo, che dovrà approvare i decreti delegati sulla materia e che è già al lavoro per fissare i primi paletti. E’ quanto è emerso nel corso del convegno organizzato martedì a Roma dalla presidenza del Consiglio dei ministri per fare il punto sullo stato di questa normativa nel nostro paese.

Lo stato dei lavori

Al momento, l’Esecutivo ha approvato un disegno di legge delega, approdato al Senato da diverse settimane. Il testo, però, non è ancora stato incardinato nella commissione competente. E’ questione di giorni, anche se i tempi cominciano a stringere. Il limite massimo fissato da Bruxelles per il recepimento è la primavera del 2016. L’Italia, almeno in teoria, avrebbe dovuto chiudere il percorso al Senato entro il 2014 e quello alla Camera nei primi mesi del 2015, per poi attivare il lavoro sui decreti delegati, che sono il vero banco di prova. Questo schema, però, pare già saltato. E si sta accumulando un ritardo preoccupante.

Priorità per il Governo

Sul Ddl si concentra l’attenzione del sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, che ha ribadito la volontà del Governo di tenere il recepimento delle direttive tra le priorità dei prossimi mesi. Mentre, sul fronte più tecnico, il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha spiegato come le norme in arrivo potranno portare un nuovo approccio nella lotta contro il malaffare in Italia.

Cantone: Dlgs del 2006 è inadeguato

“Nel nostro paese – spiega Cantone – esiste oggi un corpo di norme sugli appalti che risale al 2006 e che, per opinione comune, ormai è completamente inadeguato. Si tratta di regole che cercano di imbrigliare la pubblica amministrazione, perché partono da un presupposto di grande sfiducia nei suoi confronti, ma che nella pratica non hanno mai funzionato, soprattutto per gli appalti più grandi”.

Eccezioni per tutte le grandi opere

Le gare per le opere strategiche del paese, come il Mose o l’Expo, sono andate sempre in deroga alle regole generali. “Questo prova l’inefficacia di quel Codice e la necessità di un approccio nuovo. Il recepimento delle direttive europee in materia di appalti dovrà portare una forte semplificazione, ma anche un ruolo più forte di altre forme di controllo, che non cerchino di definire tutto a monte con le procedure”.

Nuovo Codice più leggero

Concretamente, questo vuol dire che arriverà un nuovo Codice più leggero di quello attuale, che includerà una serie di norme su materie che oggi non vengono regolate. “Verrà disciplinata la materia delle lobby, anche grazie alle indicazioni che stanno arrivando dalla commissione che abbiamo costituito presso l’Autorità”, spiega il consigliere Anac Michele Corradino. Accanto al Codice, molto spazio sarà lasciato proprio alla vigilanza e alla regolamentazione, in via amministrativa, dell’Autorità anticorruzione. Cercando, così, di allineare l’esperienza italiana a quella delle best practice europee. Il sistema che stiamo mettendo in atto assomiglia molto, ad esempio, a quello utilizzato in Svezia.

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